mercoledì 27 febbraio 2013

Biscotti all'avena



Ecco la ricetta dei biscotti integrali all'avena!!
Sono i primi biscotti che mi riescono, che trovo facili da fare e che i miei bambini mangiano :-)

250 gr fiocchi d'avena
180 gr farina d'avena (o di segale)
150 gr zucchero di canna o xylitolo
200 gr burro ammorbidito
2 uova
1 cucchiaino bicarbonato

In forno a circa 200 gradi per 15 minuti, ma dipende dal forno. Attenti che non brucino!!

mercoledì 20 febbraio 2013

I tre porcellini

Ecco la mia soluzione per raccontare ai bambini la famosa fiaba de I tre porcellini!

Non possedendo ancora un teatrino né dei veri burattini, ho fatto tre porcellini con rotoli vuoti di carta igienica e cartone coperto di stoffa, il lupo con un calzino di lana e dettagli di feltro, e ho costruito le case così: casa di paglia, in cartone colorato coi pastelli e fibre legnose rimediate da un vecchio cestino. Il tetto è staccato così che cada sotto i soffi del lupo, la parte inferiore è un cilindro.

casa di mattoni, col caminetto che attraversa davvero il tetto, ma aperto frontalmente in modo da mostrare la calate del lupo.
  Per mostrare meglio come è fatto il camino (non tutti i bambini ne hanno visto uno) e come il lupo si intrufola in casa la facciata è apribile, e nel camino splende un "vero" fuoco di carta arancione con avvolta dentro una torcia elettrica da bicicletta! l'effetto è molto bello, anche se in foto non si capisce bene.
 La casa di legno non sono riuscita a fotografarla..il lupo ha soffiato e l'ha fatta crollare!! Ma era fatta con pareti non collegate tra loro, e tutte scolpite simulando le assi sconnesse, così che al primo soffio sarebbe crollata.

Ecco i tre porcellini! facilissimi, infatti dopo è scattato il laboratorio:
 Non mostro le facce dei bambini perchè non tutti sono miei figli :-) ma vedete il materiale utilizzato, e le sagome delle faccine più occhietti e grugni di feltro.

 Ed ecco il lupo!!! Attenti porcellini!!!!!

mercoledì 13 febbraio 2013

Il nonno e la rapa




Un nonno con la barba bianca provò da solo a cavar fuori una rapa nel suo orto.
La prese con le due mani, si sforzò molto, ansimò e si affaticò, ma la rapa non si mosse.

Il nonno chiamò la nonna.
La nonna Mika accorse e si afferrò al nonno per aiutarlo. I due si sforzarono molto per tirar fuori la rapa, ma essa non si mosse.

La nonna chiamò la nipote.
La piccola Iglika arrivò di corsa e si afferrò a sua volta alla nonna. I tre tentarono con tutte le loro forze di togliere la rapa, ma inutilmente.

La nipote chiamò il cane Sciarko.
Sciarko si attaccò forte a Iglika. I quattro provarono ancora, ma senza nessun risultato.

Sciarko chiamò la gatta Maza.
Maza accorse dalla cantina e si attaccò alla coda di Sciarko. I cinque insieme fecero un altro tentativo per estrarre la rapa, ma tutto fu invano.

Alla fine Maza chiamò la topolina Grisana.
Grisana prese Maza per la coda. Tutti quanti insieme si sforzarono, ansimarono, tirarono e alla fine riuscirono a estrarre la rapa e la portarono a casa.
Lì tutti quanti fecero un banchetto con la rapa. Mangiarono tre giorni, cantarono e si divertirono.


(Fiaba bulgara)


Ho preso le immagini e il testo della fiaba da questo sito

                                                                                                        MAKING OF!

Ed ecco come ho realizzato l'orto e la rapa..da cavare fuori davvero!
Ho preparato per i bambini degli accessori: un grembiulino, un fazzoletto da testa, orecchie di cartone ecc. in modo da potersi travestire da nonno,  da nonna, da nipotina, gatto, cane e topo.

Poi ho fatto l'"orto", a partire da una scatola che forse riconoscerete  (ri-riciclando da una vecchia attività) 

                                     
finalmente sono riuscita a miscelare un color marrone convincente..
                                                          ancora non vi sembra bella vero?

Una volta asciugata la tempera, spunta il primo germoglio (è carta, infilata di forza in un buchino, usando la punta delle forbici)
                               Al centro va fatto un taglio in croce, da dove si potrà estrarre la rapa
 Ecco la rapa, di tessuto imbottito. La forma è approssimativa ma non importa, l'importante è che le foglie siano cucite saldamente! Verrà molto strapazzata.
                                                                             
 proprio al centro dell'orto spuntano le foglie della gigantesca rapa, in mezzo ai filari degli altri ortaggi..






mercoledì 6 febbraio 2013

Gudbrando il montanaro


Forse qualcuno riconoscerà questi disegni, provengono da un famosissimo libro..buona lettura! 

C'era una volta un uomo di nome Gudbrando che aveva una fattoria lontano lontano, là, sulla montagna: perciò tutti lo chiamavano Gudbrando il montanaro. Dovete ora sapere che egli aveva una mogliettina e che essi si amavano e si comprendevano l'un l'altro, tanto che la moglie trovava che tutto ciò che faceva il marito era fatto nella maniera migliore ed era sempre contenta qualunque cosa egli facesse.
La fattoria era tutta loro e così pure la terra; avevano poi qualche soldo nascosto sotto il materasso e due mucche legate nella stalla.
Un giorno la moglie disse a Gudbrando:
- Sai, caro, penso che dovremo portare una delle nostre mucche in città e venderla; avremo così un po' di denaro da spendere, come la gente per bene come noi deve sempre avere. Non possiamo certo mettere mano al piccolo gruzzolo che teniamo sotto il materasso. E non saprei che cosa fare, col ricavo di più di una mucca. Inoltre guadagneremo anche in un altro modo: infatti dopo dovrò badare ad una sola mucca, mentre adesso mi tocca dar da mangiare, bere ed accudire a due.
Detto fatto, pensando che la moglie avesse ragione, Gudbrando si mise subito in cammino verso la città con una delle mucche per venderla; ma giuntovi non trovò nessuno che volesse comperarla.
- Non importa, non importa – si disse Gudbrando – alla peggio non mi resta che ritornare a casa con la mia mucca. La stalla c'è, la mangiatoia anche, e la strada per tornare non è più lunga di quella fatta per venire.
E così si rimise lentamente in cammino verso casa con la sua mucca. Aveva percorso un pezzettino di strada quando incontrò un uomo che conduceva al mercato un cavallo da vendere.
- Che c'è di meglio di un bel cavallo? – pensò Gudbrando e lo barattò immediatamente con la mucca.
Poco dopo incontrò un altro uomo che camminava spingendosi avanti un bel maiale grasso, e pensò che era senz'altro meglio avere un bel maiale che un cavallo; e lo barattò.
Poi incontrò un uomo con una capra e decise che era meglio una capra che un maiale, e barattò anche il maiale.
Fatto un altro pezzo di strada si imbatté in un uomo che aveva una pecora ed ecco che barattò ancora, pensando che era meglio avere una pecora che una capra. Più avanti incontrò un uomo con un'oca e cambiò l'oca con la pecora; e dopo aver camminato ancora un bel po', incontrò un uomo con un gallo e lo barattò, perché – Certo è meglio – pensò - avere un gallo che un'oca–
Quindi andò avanti fino che, mentre si avvicinava la sera, sentì un grande appetito e vendette il gallo per un fiorino e con questo si comperò da mangiare pensando:
- E' sempre meglio salvare la propria pelle, che possedere un gallo! 
  Si diresse quindi verso casa e, passando davanti alla casa di un conoscente, entrò a fargli visita.
- Ebbene, - gli chiese il padrone di casa – come è andata in città?
- Uhm! così, così – disse Gudbrando. – Non posso elogiare la mia fortuna né d'altra parte lamentarmi. – E raccontò tutta la sua giornata dal principio alla fine.
Ah! – esclamò l'amico. – Ti aspetta una bella strapazzata, appena torni a casa da tua moglie. Il cielo ti assista. Per nulla al mondo vorrei essere nei tuoi panni.
- Mah, - disse Gudbrando, il montanaro – io penso che avrebbe anche potuto andarmi molto peggio; ma se ho fatto bene o no, ho una moglie così buona che non ha mai niente da ridire su quello che faccio.
Ah, ah! – commentò il conoscente. – Tu dici così, ma io non ci credo.
- Così ne dubiti? – chiese Gudbrando.
- Sì – disse l'amico – e ho qui con me cento zecchini. Sono tuoi se mi darai la prova di quanto hai detto.
Così Gudbrando restò lì fino a sera e quando cominciò a far buio, insieme si recarono a casa. L'amico si appostò dietro l'uscio per ascoltare, mentre Gudbrando entrò a salutare la moglie.
- Buona sera, cara – disse Gudbrando, il montanaro.
- Buona sera – rispose la moglie. – Oh, sei tu? Sono felice di rivederti.
Poi chiese come erano andate le cose in città.
- Così, così – rispose Gudbrando. Non c'è molto da vantarsi; quando giunsi in città non trovai nessuno che volesse comperare la mucca, perciò, devo ammetterlo, l'ho barattata con un cavallo.
- Con un cavallo? – disse la moglie. – Sei stato bravo, grazie di cuore; così potremo andare a Messa la domenica in calessino come fa tanta altra gente; e se ci piace allevare un cavallo, mi pare, abbiamo tutto il diritto di farlo. – Poi aggiunse: - Corri fuori, caro, metti il cavallo nella scuderia.
Oh! – esclamò Gudbrando. – Io non ho il cavallo, perché, fatto un altro pezzetto di strada, l'ho barattato con un maiale.
- Ci credi? – disse la moglie. – Hai fatto ciò che avrei fatto io stessa; mille grazie! Adesso sì che potrò avere in casa un po' di prosciutto da offrire a chi viene a trovarci. A che cosa ci sarebbe servito, il cavallo? La gente avrebbe solo pensato che ci eravamo inorgogliti tanto da non essere più capaci di andare in chiesa con le nostre gambe; esci, marito mio, e metti il maiale nel porcile.
- Ma io non ho neanche il maiale! – rispose Gudbrando. – Poco dopo l'ho barattato con una capra.
- Mio caro! – gridò la moglie. – Come sei stato bravo! Ora che ci ripenso, che cosa ne avrei fatto del maiale? La gente avrebbe finito col dire che eravamo solo capaci di mangiare tutto ciò che avevamo. No, adesso, con una capra avrò il latte, il formaggio e anche la capra. Esci, e mettila nella stalla.
- No, non ho neppure la capra – disse Gudbrando. – Perché, poco dopo, l'ho barattata con una bella pecora.
- Non mi dire! – gridò la moglie. – Hai fatto tutto quanto io desideravo, come se ti fossi stata vicina! Che cosa ce ne saremmo fatti, della capra? Avrei finito col perdere metà della giornata per andare a cercarla sulla collina. No, se ho una pecora, avrò lana e vestiti e cibo fresco in casa. Esci a sistemarla.
- Ma non ho neppure la pecora! – esclamò Gudbrando. – Perché poco dopo l'ho barattata con un'oca.
- Grazie! Grazie di tutto cuore – gridò la moglie. – Che me ne farei, di una pecora? Non ho più l'arcolaio né il pettine e non mi piace neanche tagliare, mettere in prova, e cucirmi i vestiti. Possiamo comprare i vestiti come abbiamo fatto in passato, e finalmente avrò un bell'arrosto d'oca come ho sempre sognato; ed inoltre le piume con cui posso imbottire il mio cuscinetto. Esci e mettila nel pollaio.
- Bene, - disse Gudbrando – non ho neppure l'oca, perché poco dopo l'ho barattata con un gallo.
- Mio caro! – gridò la moglie. – Come pensi a tutto! Avrei voluto farlo io stessa! Un gallo! Hai proprio indovinato! Sostituisce benissimo l'orologio; ogni giorno canterà alle quattro e ci farà buttare per tempo dal letto le nostre pigre gambe. Che cosa ce ne saremo fatti di un'oca? Non so cucinarla, e in quanto al cuscino lo posso imbottire con crine vegetale! Esci e mettilo nel pollaio!
- Ma, per dir la verità, non ho neppure il gallo – dichiarò Gudbrando. –Perché poco dopo mi è venuta una fame da lupi e, per non morire, ho dovuto vendere il gallo per un fiorino.
- Sia ringraziato Iddio! – gridò la moglie. – Qualunque cosa tu faccia, la fai per rendermi contenta. A che cosa ci sarebbe servito un gallo? Non dipendiamo da nessuno e al mattino possiamo stare a letto quanto ci pare e ci piace. Il cielo sia lodato che ti ho ancora qui sano e salvo; tu fai tutto così bene che non voglio né gallo, né oca, né maiale, né mucca.
Allora Gudbrando aprì la porta e disse:
- Ebbene, che cosa ne dite? Ho vinto i cento zecchini? – E il suo vicino dovette ammettere di aver perduto e pagare.

Fiaba norvegese, tratta da: East o' the Sun, West o' the Moon.
La versione in italiano è stata presa dall'enciclopedia I Quindici, volume secondo. 

                                                                        MAKING OF!

Ecco il materiale che ho preparato per raccontare la storia ai bambini, ingrandendo e colorando alcune delle illustrazioni originali del libro, e disegnando le sagome a mano. Ho fatto un libro gigante di cartone cucito con lo spago grosso, con poche pagine, da tenere ritto in piedi perché facesse da "fondale" alla storia.




Gudbrando e la mogliettina




                                                             Va a vendere la mucca


                                                                scambia col cavallo
                                                                       col maiale
                                                                       con la capra
                                                                          la pecora
                                                                               l'oca

 il gallo

                                                                           baratta col panino
                                                                         il vicino incredulo
                                                                 La moglie sempre condiscendente!
                                                                            
                                                         Fine!!